Thursday, September 1, 2022

Phitolacca dioica di Alghero in Sardegna

 



Recentemente, in occasione del 100° giro d’Italia, che ha avuto avvio da Alghero, l’Amministrazione comunale, nell’ambito di un programma di lavori volti a presentare un più curato aspetto delle aree attraversate, ha provveduto all’integrazione delle piante che costeggiano il lungomare  di sud-ovest della città, portandole fino al colle del Trò.


E’ stata l’occasione, grazie alla notizia celebrata dalla  Nuova Sardegna, per attirare l’attenzione della popolazione, oltre che sulla qualità dell’intervento, sul  felice recupero di una pianta, la fitolacca, che ad Alghero é presente ed ammirata, con i suoi più longevi esemplari, nel tratto dei bastioni Cristoforo Colombo che collegano la torre di Sulis con quella di S. Giacomo.




La fitolacca, botanicamente é definita “Phitolacca dioica” con derivazione  del nome da phitos (pianta) e lacca per il succo rosso delle sue bacche. Il termine “dioica“ é attribuito per i fiori i cui sessi diversi sono portati su diverse piante. Comunemente é conosciuta anche come Cremesina arborea o uva turca arborea.
La linfa della fitolacca dioica é velenosa e, forse per questo, é immune dagli attacchi delle cavallette e degli altri parassiti.




La fioritura, nel tardo finale della primavera, é costituita da numerose infiorescenze pendule di colore bianco che nell’autunno-inverno si presentano come lunghi grappoli  di bacche dal colore rosso violaceo.
In Sardegna, oltre ad Alghero, esistono importanti fitolacche a Cagliari dove una targa, in via Garibaldi, testimonia l’arrivo di questa pianta ad opera di 4 ufficiali che, nel 1855, di ritorno dalla spedizione in Crimea, portarono, ognuno, un alberello avuto in dono.


Questo è un estratto dal sito che scrivo sotto, naturalmente per leggere tutto l'interessante articolo lo potete fare collegandovi:




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